Il Nome

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Le Antiche Memorie

Col titolo di « Antiche memorie » non vogliamo alludere ad una ipotetica antichità dell’attuale centro abitato di Monticchio( che ufficialmente risale, come vedremo, soltanto al secolo XIII), ma a quella che possiamo chiamare la sua preistoria, incentrata su questo breve rialzo della Conca Aquilana, o, se si vuole, su quest’ultima degradazione dell’aspra giogaia del Monte Cagno, che raccorda, in modo quasi insensibile, la pianura coi circostanti rilievi.

Il Nome 

Ci introdurrà nelle ricerche il nome stesso della Terra, così come ci è stato trasmesso dai documenti. I più antichi registri Parrocchiali, che risalgono all’anno 1597 e furono redatti in lingua italiana, usano costantemente il nome di « Monticchio », ma non è raro trovare in carte più antiche – e anche più recenti – la dicitura poco ortodossa di « Montecchio » o «Montecchj ». Coi Registri Parrocchiali concorda l’affermazione dell’Antinori, quando
scrive che la nostra « è Terra d’Abruzzo ultra, detta da tutti i descrittori Monticchio » (1).
Nei documenti redatti in latino medioevale troviamo la triplice forma di « Monticulus », «Monliclus » e « Monteclus » (2). Le ultime due, come è chiaro, sono la latinizzazione delle rispettive forme italiane. Più tardi, quando si volle coniare il nome letterario per l’uso ana-grafico e liturgico, si osservò che il paese, posto su di una altura, presentava diramazioni verso altri due monti, e si creò il vocabolo « Mon-ticuli », un plurale della seconda declinazione destinato ad aver fortuna nelle registrazioni Ecclesiastiche. Fu probabilmente allora che sì inventò quello stemma notissimo di Monticchio, il cui più antico esemplare sembra trovarsi sulla Croce Processionale dell’anno 1436 (3). La dicitura che troviamo nel Voi. IX del Mommsen (« Monticchius ») non è affatto legittima (4). II nome originario, quello che per primo dovè risuonare sulle labbra dei valligiani, fu, senza dubbio, «Monticulus » – magari nelle deformazioni dialettali di « Monticlus » e « Monteclus » – ed indicò non il paese, che ancora non esisteva, ma il piccolo monte che si alza di pochi metri sulla circostante pianura e doveva sembrare, nei secoli passati, anche un tantino più alto per la minore altimetria della pianura medesima, di mano in mano arricchita di successive stratificazioni dalle pioggie alluvionali (5). Immaginiamo per un momento senza strade ed abitazioni quest’altura modesta ; immaginiamola inoltrantesi come una lingua che divida in due parti l’estensione della Conca Aquilana, con la possibilità di dominarne il paesaggio : questo è il « Monticulus », il « Monticello », il « Monticchio », secondo la ben nota maniera, che è propria del nostro popolo, di formare il diminutivo. E quando il cittadino di Aveia doveva recarsi a Forcona, vi si recava passando per il « monticulus ».

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