il Tar dell’Aquila, a seguito del ricorso presentato dal Comitato civico La terra dei figli e da sette cittadini di Monticchio per l’annullamento dell’autorizzazione per la realizzazione di un impianto a biomassa, nel nucleo industriale di Bazzano, di circa 5 MW di potenza e con un consumo previsto di 60.000 tonnellate l’anno, ha accolto il ricorso in data 22 ottobre 2014 evidenziando nella sentenza le numerose illegittimità. La società Ma&D Power Engineering S P A, interessata a realizzare l’impianto, ha impugnato la sentenza.
Il Comitato e i cittadini ricorrenti sono determinati a impedire che, sulla base di autorizzazioni incomplete, rilasciate frettolosamente senza una approfondita valutazione dell’impatto ambientale, trascurando gli effetti sulla salute derivanti dalle polveri sottili emesse dalla centrale, con l’assenza di certezza dell’approvvigionamento e con proroghe concesse per inadempimenti della società, si realizzi l’impianto. L’impianto a biomassa è molto dannoso per l’ambiente e la salute (l’associazione ISDE composta da medici condanna “senza se e senza ma” tali impianti), inoltre, come abbiamo avuto modo di verificare, grazie alla disponibilità di tecnici che ci hanno informato sull’argomento, tali impianti sono anche inutili dal punto di vista energetico. Lo dimostra il fatto che non abbiamo trovato un solo imprenditore che abbia investito in tale tecnologia in assenza di incentivi. La realtà è che gli impianti a biomassa per la produzione di energia elettrica non sono convenienti né economicamente né energeticamente. Sono una “follia energetica” (così sono definiti da esperti internazionali in tema energetico, perché circa l’80% dell’energia è dissipata nell’ambiente), ma gli incentivi nascondono tale follia. I nostri territori vanno tutelati, l’ambiente va tutelato; non possiamo consentire che per far incassare incentivi a pochi interessati si brucino, senza alcun ritorno energetico reale, 60.000 tonnellate l’anno di biomassa con produzione di notevoli quantità di gas inquinanti e polveri sottili. In uno dei tanti passaggi della sentenza del Tar, che vi invitiamo a leggere, troviamo scritto: “Resta evidente in particolare la superficialità con cui l’amministrazione procedente –prima di accordare la proroga per l’inizio lavori e di autorizzare il subentro alla nuova società Futuris aquilana- non ha verificato la data certa dei contratti preliminari di compravendita di beni immobili stipulati a titolo oneroso dalla soc. M&D, al fine della dovuta verifica del rispetto del termine massimo decadenziale di 12 mesi dal rilascio dell’autorizzazione (in scadenza il 30.8.2011) entro cui la medesima società M&D avrebbe dovuto dare prova dell’avvenuta acquisizione della disponibilità delle aree destinate ad ospitare l’impianto”. Il Tar parla di superficialità e non ce ne stupiamo. Quante volte abbiamo osservato atteggiamenti superficiali da parte di chi ci amministra? Ma è tempo di essere parte attiva della collettività, di proteggere noi e le nuove generazioni dalle speculazioni fatte contro l’ambiente e contro la salute. Per troppo tempo ci siamo fidati di chi ha assunto decisioni senza neanche informarci; i continui scandali, le risate di chi ama lucrare sulle disgrazie altrui ci impongono un atteggiamento consapevole e responsabile. Siamo dunque a chiederVi il vostro supporto, sia operativo (partecipazione agli incontri, organizzazione di attività per sensibilizzare la popolazione, predisporre banchetti informativi anche per recuperare piccoli ma indispensabili finanziamenti) sia, se necessario, economico. In particolare vi invitiamo a sostenere attivamente il Comitato civico La terra dei figli che, fin dall’inizio di questa vicenda, si è impegnato nella battaglia per impedire la costruzione della centrale a biomassa ed è, a tutt’oggi, l’unica associazione, tra quelle che hanno fatto ricorso al Tar, alla quale sono stati riconosciuti i requisiti giuridici necessari per portare avanti l’azione legale. Vi chiediamo pertanto di aderire formalmente al Comitato, compilando l’apposito modulo e versando la relativa quota di iscrizione di 5 euro. In tal modo potremo far sentire tutti insieme e con più forza le nostre voci per dire NO al tentativo di devastare il nostro territorio e di fare profitti sulla salute dei cittadini. Quello che è successo in altre aree del nostro Paese, diventate tristemente famose per gravi problemi di inquinamento (vedi la “terra dei fuochi”), dovrebbe insegnare che la prevenzione è sempre l’arma più efficace per tutelare l’ambiente e l’integrità psico-fisica di chi vi abita. Siamo fiduciosi, anche perché non siamo soli: cittadini e politici “bipartisan” ci hanno sostenuto e ci sostengono. L’unione fa la forza: di questo c’è necessità ed è per questo che vogliamo interpellare e chiamare in causa ogni associazione ed ogni singolo individuo della città dell’Aquila e del territorio circostante, affinché appoggino con convinzione La terra dei figli e i sette cittadini che coraggiosamente si sono attivati contro i soliti meccanismi autorizzativi sempre volti a soddisfare la cupidigia di alcuni. In attesa di un vostro riscontro, il Comitato No Biomassa Vi ringrazia per l’attenzione e si dichiara disponibile ad ogni approfondimento amministrativo e tecnico, affinché le vostre scelte siano consapevoli e basate su fatti concreti e reali, piuttosto che su argomentazioni fantasiose addotte da chi specula sulla pelle delle persone e sull’ambiente. Leggi la Sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per L’Abruzzo qui…