Seimila sfollati al freddo
Disagi e paura ovunque nelle tendopoli. Una situazione difficile per gli oltre seimila sfollati che aspettano una casa. Ovunque tende ribaltate e alberi caduti. Ieri il tempo è stato più clemente, ma un’altra tendopoli, quella di Camarda in autogestione dal 2 ottobre, è stata chiusa. Qui l’altra notte un gruppo di volontari locali e i vigili del fuoco sono stati per ore al lavoro per fronteggiare la furia del vento. Soccorsi resi difficoltosi dalla caduta di un albero lungo la strada che collega Paganica a Camarda. La tendopoli è stata chiusa, ma in 15 hanno deciso di non accettare il trasferimento in alberghi lungo la costa teramana o alla Scuola di finanza a Coppito e di restare lì, anche senza il servizio mensa finora garantito dal Comune.
La Protezione civile, allertata per l’arrivo a breve di un’altra ondata di maltempo, sta studiando misure per accelerare il piano di chiusura di tutte le tendopoli. Ma nell’immediato torna a rivolgere un appello alle persone già assegnatarie di un alloggio antisismico ad accettare i trasferimenti fuori città. «Ci auguriamo che gli sfollati comprendano che sta arrivando l’inverno» spiega il dirigente della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio. «Invitiamo chi oggi ha una casa assegnata, e sa quindi che nel giro di qualche settimana sarà in un alloggio, ad accettare di trasferirsi per qualche tempo in albergo, anche se lontano dall’Aquila. Così si eviterebbero disagi e problemi e l’i mpossibilità di gestire all’improvviso, con l’arrivo di temperature ancora più fredde, un esodo di massa».
Intanto, l’altra notte la neve ha imbiancato il Gran Sasso – dove le temperature sono scese abbondantemente sotto lo zero – ma anche monte Calvo e monte Ocre a pochi chilometri dall’Aquila. La cima di monte Ocre sovrasta le tendopoli delle cinque frazioni dell’omonimo comune nelle quali vi sono ancora poche centinaia di sfollati. «A sei mesi dal terremoto» commentano sconsolati alcuni sfollati «siamo ancora qui ed ora ci propongono un trasferimento sulla costa per noi inaccettabile». Emergenza freddo anche nei comuni della Piana di Navelli. «L’inverno arriva e si comincia a soffrire molto» dice Paolo Mingroni, coordinatore locale dell’Idv. «Non voglio fare previsioni, ma prego tutte le istituzioni di forzare la mano per realizzare in tempi rapidi le casette. Il freddo, poi, accentua l’emergenza sanitaria. Un problema che andrebbe affrontato con la somministrazione dei vaccini antinfluenzali, soprattutto agli anziani e ai bambini. Peccato che la maggior parte dei presidi medici allestiti nelle tendopoli siano stati chiusi in anticipo». A Pianola, una frazione dell’Aquila, i genitori degli ottanta bambini della scuola elementare protestano per il fatto che i loro figli sono costretti a fare lezione sotto le tende fredde e inospitali. I genitori puntano il dito contro la mancata attivazione dei moduli scolastici provvisori. «La nostra vita» dicono «è un caos e i bimbi sono costretti ad andare a scuola in condizioni scandalose». Stessi disagi per gli alunni della scuola media di Montereale. Anche qui le lezioni si svolgono sotto le tende, perché i lavori per la realizzazione dell’edificio scolastico provvisorio sono bloccati. Per i genitori e il gruppo di minoranza consiliare «questo accampamento mina la salute dei bambini».