Consegna delle prime case

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Berlusconi: “Consegnerò le villette il prossimo 15 settembre”

L’AQUILA. «Il 15 settembre consegnerò personalmente le prime villette e i primi appartamenti ai cittadini. Quello dell’Abruzzo è un miracolo assoluto, internazionale ed epocale». È quanto affermato dal premier Silvio Berlusconi intervistato ieri, da Maurizio Belpietro, durante la trasmissione «Mattino 5». 

La prima cerimonia è prevista a Onna. «Alla fine di questo mese, cioè solo dopo cinque mesi», ha ripreso Berlusconi nel corso del suo intervento televisivo, «nessuno starà più nelle tendopoli. Il 15 settembre consegnerò personalmente le prime villette e i primi appartamenti. I lavori, come annunciato, termineranno entro l’anno. Nessuno pensava che questo fosse possibile, soprattutto i nostri avversari, e invece il miracolo è avvenuto». 

A Onna, la Provincia autonoma di Trento sta ultimando 91 case provvisorie in legno, con un fondo di 5 milioni stanziato dalla Croce rossa, impegnata anche nella costruzione di alloggi in legno a Villa Sant’Angelo e San Demetrio ne’ Vestini. Le abitazioni di Onna saranno inaugurate il 15 settemnre e copriranno il fabbisogno del paese simbolo del sisma, dove vi sono state 41 vittime.

L’accordo era stato formalizzato qualche settimana fa nella scuola sottufficiali della Guardia di Finanza a Coppito, con la firma del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, del vicecapo della Protezione civile nazionale, Bernardo De Bernardinis, che è anche vice commissario per il terremoto, e il commissario straordinario della Croce rossa italiana, Francesco Rocca. Il presidente della Provincia di Trento aveva anche visitato il cantiere di Onna.

Inoltre, con il progetto Case – i lavori proseguono in tutti e diciannove cantieri e quelli in fase di ultimazione si trovano a Bazzano e Cese di Preturo – secondo le stime della Protezione civile troveranno alloggio tra i 17 e i 18mila sfollati. 
Dall’elenco dei mini-villaggi mancano Paganica e Tempera frazioni dove sono in corso i lavori del progetto Case. Qui nasce la questione. La gente si chiede: ma se gli alloggi verranno assegnati in base a graduatorie che saranno stilate con riferimento a parametri stabiliti dalla Protezione civile (il Comune ha solo suggerito alcuni criteri) chi ci garantisce che noi senza casa di Paganica e di Tempera andremo negli alloggi in costruzione a Paganica e Tempera visto che è ormai accertato che quelle case non bastano per tutti? Dei timori dei paganichesi si è fatto portavoce Roberto Romanelli, presidente dell’amministrazione separata dei beni di uso civico di Paganica-San Gregorio il quale scrive: <<Le questioni inerenti la sistemazione degli alloggi in favore dei cittadini, privati della loro abitazione, lungi dall’apparire delle semplici problematiche, mi inducono a prendere una posizione sul concetto di territorialità. Paganica, centro che rappresenta ben un decimo dell’intera collettività aquilana oggi più che mai reclama a gran voce il rispetto della propria territorialità, la certezza per i suoi abitanti di tornare a vivere nella propria terra d’origine, dando così concretezza alle promesse fatte fin ora. 

Promesse che hanno alimentato la speranza di ogni singolo paganichese rendendolo paziente e fiducioso durante questa lunga attesa, al solo fine di appartenere nuovamente e con maggior vigore a quanto violentemente sottratto dal terremoto. Tanto vitale quanto necessario, dunque, che, nell’assegnazione dei moduli abitativi, si tenga conto di questi fattori; è certo infatti che uno sradicamento dei residenti di Paganica, così come quelli delle altre frazioni e del capoluogo, dal proprio contesto di appartenenza in ambienti territoriali diversi comporterebbe il rischio di un adattamento fisico e psicologico tanto nuovo quanto difficile, facendo emergere ancora una volta il senso di precarietà, di un annichilimento della loro identità con relativa perdita della stessa e, conseguentemente, un azzeramento delle frazioni medesime che, prive dei propri cittadini, perderebbero la loro matrice storico- culturale>>.Fin qui Romanelli che conferma i timori che qualche giorno fa aveva espresso, con un lettera inviata al sindaco Cialente, anche il parroco di Tempera don Giovanni Gatto. Sulla ricostruzione e sul progetto Case ieri sono stati diffusi due documenti. Il primo dei Giovani Democratici a firma di Stefano Albano secondo il quale <<la Protezione civile e il governo hanno sbagliato nella stima del fabbisogno abitativo. Ora _ alle porte dell’inverno _ ci si rende conto dell’errore di valutazione e si corre ai ripari. 


E se la Protezione civile crede, come sta iniziando a fare, di prendere in considerazione soluzioni “ponte” spedendo gli aquilani a decine di chilometri di distanza nelle strutture ricettive sbaglia di grosso>>. Per Angelo Ludovici dei Comunisti Italiani <<quella che si sta costruendo (non ricostruendo) non è più la nostra Città. La riapertura del centro storico è solo una finzione. In realtà si naviga a vista. L’amministrazione comunale non ha un progetto sulla ricostruzione ed eventualmente ce l’abbia, è un mostro che nasce nei cassetti di tecnici che non hanno la buona abitudine di confrontarsi con la cittadinanza>>. Ludovici boccia anche l’ipotesi di Giunta istituzionale. 

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