Tasse, stangata confermata
La rabbia di Cialente: noi umiliati dal governo
L’AQUILA. Parla di terremotati, sì, il decreto anticrisi. Ma di quelli di Marche e Umbria e di Foggia e Campobasso del 2002, stabilendo una data certa, il 16 ottobre, entro la quale ripagare le tasse senza sanzioni. Nessuna proroga per il caso Abruzzo nel decreto che oggi si vota alla Camera, dove il governo ha posto la questione di fiducia. Sfiducia, invece, è quella degli amministratori aquilani.
TASSE SÌ. Il sindaco Massimo Cialente aspettava il maxi-emendamento che avrebbe dovuto affrontare la questione. L’attesa dura un giorno intero e a sera il sindaco si lascia andare a uno sfogo amaro.
«Nonostante le rassicurazioni e le promesse da parte del presidente del Consiglio e del governatore Chiodi, con l’odierno decreto, su cui il governo pone la fiducia, i cittadini aquilani e dei Comuni colpiti dal sisma torneranno a pagare le tasse dal primo gennaio 2010 e restituiranno, in soli due anni, quanto non corrisposto in questi terribili mesi. Una scelta ben diversa rispetto a quanto il nostro paese ha ritenuto di dover fare in altri casi di sismi devastanti o catastrofi naturali e a quanto lo stesso governo ha deliberato fino allo scorso novembre per il Molise e la provincia di Foggia». Secondo Cialente, «nel 2010 la città dell’Aquila sborserà 700milioni di euro di tasse. I cittadini pagheranno, così, di tasca propria la costruzione delle case che, nel mese di agosto, Berlusconi verrà personalmente a coccolare. E nel 2011 pagheremo un altro bel pezzo di ricostruzione. Un comprensorio fantasma, distrutto completamente, per questo governo e per questa maggioranza parlamentare, e dunque per l’intera Italia, è tornato nella normalità. Per questo dico che, con gi altri sindaci del cratere, devo affermare che ci sentiamo abbandonati. Ma accanto al dolore e alla rabbia vi è la profonda umiliazione di un gruppo di sindaci di questo pezzo d’Italia che cercano di spiegare al resto del paese che il problema non è che non vogliono pagare le tasse, ma che sono nell’oggettiva impossibilità di farlo. Credo che questa umiliazione non ce la meritassimo, soprattutto dopo la compostezza dimostrata, pur sapendo di questo iniquo provvedimento, in occasione del G8 che, sebbene ci abbia visto relegati al ruolo di comparse, si è svolto in un clima di grande serenità».
«Nonostante le rassicurazioni e le promesse da parte del presidente del Consiglio e del governatore Chiodi, con l’odierno decreto, su cui il governo pone la fiducia, i cittadini aquilani e dei Comuni colpiti dal sisma torneranno a pagare le tasse dal primo gennaio 2010 e restituiranno, in soli due anni, quanto non corrisposto in questi terribili mesi. Una scelta ben diversa rispetto a quanto il nostro paese ha ritenuto di dover fare in altri casi di sismi devastanti o catastrofi naturali e a quanto lo stesso governo ha deliberato fino allo scorso novembre per il Molise e la provincia di Foggia». Secondo Cialente, «nel 2010 la città dell’Aquila sborserà 700milioni di euro di tasse. I cittadini pagheranno, così, di tasca propria la costruzione delle case che, nel mese di agosto, Berlusconi verrà personalmente a coccolare. E nel 2011 pagheremo un altro bel pezzo di ricostruzione. Un comprensorio fantasma, distrutto completamente, per questo governo e per questa maggioranza parlamentare, e dunque per l’intera Italia, è tornato nella normalità. Per questo dico che, con gi altri sindaci del cratere, devo affermare che ci sentiamo abbandonati. Ma accanto al dolore e alla rabbia vi è la profonda umiliazione di un gruppo di sindaci di questo pezzo d’Italia che cercano di spiegare al resto del paese che il problema non è che non vogliono pagare le tasse, ma che sono nell’oggettiva impossibilità di farlo. Credo che questa umiliazione non ce la meritassimo, soprattutto dopo la compostezza dimostrata, pur sapendo di questo iniquo provvedimento, in occasione del G8 che, sebbene ci abbia visto relegati al ruolo di comparse, si è svolto in un clima di grande serenità».
Cialente, pronto a restituire la fascia tricolore, che non significa dimissioni, nelle mani del capo dello Stato, insieme agli altri sindaci del cratere, passa al contrattacco. «Come sindaco della città capoluogo esprimo profonda indignazione anche per il comportamento di alcuni esponenti del centrodestra che, senza capire nulla del dramma che stiamo vivendo e dando una lettura in termini di schieramenti, impensabile in questo momento, ha accusato me e altri sindaci di fare sceneggiate. A costoro, in particolare al capogruppo Pdl in Regione Gianfranco Giuliante, chiedo maggiore rispetto per i cittadini e che, almeno per le conferenze stampa in cui attacca il Comune, venga all’Aquila anziché restare a Pescara, dove alberga da tre mesi, in modo, magari, di rendersi conto della situazione».